Partiamo con
Automobilismo
Cita:
Impressioni di guida tratte dal sito di automobilismo dall'articolo del
num di marzo che ha anche la prova della 147 q2.
"Se è vero che il
successo delle auto è in gran parte determinato dall’estetica e
dall’effetto emotivo che suscitano, non è difficile prevedere un brillante
futuro per la Bravo. Il suo aspetto dimostra quello che veramente è: una
compatta sportiva, carica di personalità, ben diversa dalle classiche Fiat
più specializzate in confort e abitabilità. La Stilo era un’onesta macchina
da famiglia, ma ora che questo ruolo è passato alle monovolume medie la
Bravo cambia completamente pelle. Dire che ha uno stile da coupé mancata
forse è esagerato, però le citazioni stilistiche non mancano: i fari a
goccia, il profilo a cuneo della fiancata. Cambiano anche le proporzioni,
perché rispetto alla Stilo cinque porte la Bravo è più lunga di 9 cm, per
un totale di 4,34 metri, più larga di 3 cm (1,79) ma più bassa di 4 cm, per
un totale di 1,49 metri.
Non c’è dubbio: la Bravo ha di che far girare
la testa. Se poi, come nel caso del modello oggetto della nostra prima
prova, ci mettiamo un turbodiesel di quelli tosti come il Multijet da 150
cavalli, l’allestimento Sport che porta in dotazione, fra l’altro l’assetto
ribassato, gli scarichi cromati, le minigonne laterali e in più aggiungiamo
optional qualificanti come i cerchi in lega da 18”, beh si può dire che
questa Bravo ha tutte le carte in regola per gratificare l’esperienza di
guida. Naturalmente sarà il mercato a confermare se questo gradimento
resterà un’impressione o diventerà qualcosa di più.
Non ci sono riserve, invece, sull’accoglienza a bordo. Spazio, materiali,
insonorizzazione: tutto contribuisce a fare di un viaggio sulla Bravo
un’esperienza rilassante. E’ una di quelle berline, la Bravo, su cui ci si
trova immediatamente a proprio agio. Per effetto dell’incremento delle
dimensioni esterne è aumentata l’abitabilità, che la Casa dichiara ai
vertici della categoria, anche se posteriormente la vita è un po’ meno
comoda per chi occupa il posto centrale, che soffre un po’ per il non
eccezionale spazio per le gambe dovuto all’ingombro del tunnel. Nessun
problema invece né in altezza né in accessibilità. Complessivamente
migliore la situazione davanti: i sedili sono ampi e discretamente
contenitivi, il posto di guida, oltre all’inclinazione (continua) dello
schienale e all’escursione longitudinale, può personalizzarsi l’altezza e
la rigidità lombare, mentre il volante si avvale della doppia regolazione
(assiale e in altezza). Qualche limite, dovuto anche alla particolare
conformazione della carrozzeria, si avverte nella percezione degli
ingombri: l’attacco alto del lunotto, unito allo spessore dei montanti
posteriori, non aiuta molto, soprattutto in manovra. Degna di nota, invece,
la capacità di carico del vano bagagli: con i sedili in posizione d’uso,
infatti, il volume utile è di 400 litri, contro i 370 della Stilo 5 porte e
volendo incrementabili fino a un massimo di 1.175 litri ribaltando gli
schienali dei sedili posteriori.
Bisogna dargli il tempo, non è servito invece altro tempo a noi, che dopo
averla provata, possiamo dire con tutta tranquillità che dietro le sue
forme così dinamiche la Bravo nasconde molta sostanza. Già dai primi metri,
il 1.9 Multijet da 150 Cv, ovvero il td più potente in gamma, fa capire di
quale pasta sia fatto. Tanto per cominciare, questo turbodiesel fa sentire
la sua voce sempre con discrezione.La sua risposta, poi, è fatta di una
progressione continua e costante, che resta incisiva ben oltre il regime di
potenza massima (4.000 giri). Il motore mostra una buona propensione a
salire di giri e spinge in maniera fluida in tutto l’arco di utilizzo. In
sostanza, quando si tocca l’acceleratore, si ha la certezza di disporre
della potenza da subito e per intero: quanto basta per far cambiare ritmo
alla Bravo con continuità, oltre che con intensità, ma il bello è che tale
progressione, per quanto vigorosa, avviene sempre nella massima souplesse.
Diamo i numeri? Lo 0-100 km/h, secondo quanto dichiarato dalla Casa,
richiede 9 secondi netti, la velocità di punta supera i 200 km/h: 209 km/h,
recita la scheda tecnica del costruttore.
Gli inserimenti sono poi
piuttosto precisi e non ci sono difficoltà nel mantenere le traiettorie
volute, persino nei curvoni autostradali più veloci e impegnativi, dove è
facile mantenere un ritmo sostenuto, favorito dalla progressività con cui
la vettura segue le variazioni di linea. L’assetto sportivo ribassato in
dotazione contribuisce ovviamente non poco a un quadro così riuscito.
Convince un po’ meno solo lo sterzo dotato di servocomando elettrico, che
offre sì un buon feeling, con un’azione oltretutto migliore rispetto al
servo in dotazione alla Stilo, ma non è ancora particolarmente reattivo nè
incisivo in termini di prontezza di risposta. Conserva un buon carico anche
in velocità ma non brilla per sensibilità, andando così a rendere meno
agevole la ricerca del preciso inserimento in traiettoria. "
grazie a MaurizioXP del forum di 4R
http://www.quattroruote.it/forums/index ... adid=96223