Volley shock: morto Bovolenta

L'ex azzurro si accascia in gara di B2 - 25/03/12

Dramma nella pallavolo italiana. All'età di 37 anni è morto Vigor Bovolenta, ex azzurro attualmente in B2 con la Volley Forlì. La tragedia è avvenuta nel corso della partita contro la Lube a Macerata. Bovolenta, centrale, due scudetti, due coppe campioni, un Mondiale per club, un argento olimpico ad Atlanta 1996, un Europeo e quattro World League, si è accasciato durante il match: "Mi gira la testa, aiutatemi che cado''. Inutile ogni soccorso.

Nel terzo set di Lube Macerata-Volley Forlì si è presentato sulla linea di battuta, ha gettato la palla dall'altra parte e ha chiesto aiuto. Ma per lui, subito soccorso dai sanitari del 118 a bordo campo, non c'è stato nulla da fare. Bovolenta è stato trasportato in condizioni disperate all'ospedale di Macerata e tutti i tentativi dei medici sono stati vani. Il giocatore, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, è morto poco dopo, tra le lacrime dei compagni di squadra, dell'allenatore Stefano Mascetti e dei giocatori e dirigenti di Macerata.

Abitava a Ravenna con la moglie, Federica Lisi (anche lei ex giocatrice di pallavolo), e i quattro figli. Aveva disputato 553 partite in serie A1 in 21 anni, fino al 2011.

Bovolenta, martedì l'autopsia

Farà luce sulle cause della morte dell'ex azzurro - 26/03/12

Martedì alle 9, così come disposto dalla Procura di Macerata, l'autopsia darà le sue risposte sulla morte di Vigor Bovolenta; poi, il Bovo, tornerà a Taglio di Po, vicino a Rovigo, per riposare accanto al fratello Antonio. Non aiuterà ad alleviare il dolore della famiglia - la moglie Federica, anche lei ex pallavolista, i quattro figli, gli amici di 22 anni di volley ad alto livello.

Ma forse per gli altri, per quelli che su tutti i campi si sono stretti nel suo ricordo, col conforto della medicina la morte del gigante di due metri, accasciatosi a Macerata sul turno di battuta per la sua Forlì, risulterà meno assurda. Nel campionato B2, la vetrina in cui si era auto-retrocesso per il bene della famiglia, non è obbligatoria la presenza in campo del medico sociale o dell'ambulanza. Ma quando lo hanno visto cadere, la mano sul fianco sinistro, chiedendo aiuto, la gravità della situazione è stata chiara per tutti.

Un medico presente sugli spalti lo ha soccorso col massaggio cardiaco, in 7 minuti è arrivata l'ambulanza. Ma sono stati inutili il defibrillatore e la corsa verso l'ospedale. Nel '98, quando Bovolenta era già entrato di diritto nella generazione di fenomeni di Julio Velasco, vincendo l'argento ai giochi di Atlanta, il suo cuore batteva troppo velocemente. Aveva dovuto sospendere l'attività per quattro mesi, poi i test gli avevano concesso di tornare sul linoleum. Esami severi che Bovolenta ripeteva, ancora oggi, ogni sei mesi.

La sua idoneità, dopo quell'extrasistole, era infatti temporanea ma è sempre stata confermata. Quei problemi, c'entrerebbero poco o niente col malore che l'ha stroncato. Fra i cardiologi, l'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di una miocardite, un'aritmia maligna; un infarto, sarebbe invece meno probabile.