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 Oggetto del messaggio: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 1 MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2010, 9:20 
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allora..

PREFAZIONE DA LEGGERE..

alle prime "cazzate" politiche e insulti chiudo subito e prendiamo subito provvedimenti nei confronti degli utenti interessati..
se vogliamo fare un discorso serio bene,se vogliamo scannarci vi taglio subito le gambe... sono stato chiaro???


Cita:
Marchionne: Termini Imerese sara' chiuso, Fiat non ha responsabilita' di governare
14 gennaio, 08:25

Fiat: Termini Imerese ferma per sciopero
DETROIT - Termini Imerese "non è in grado di competere": la decisione di chiuderlo "é irreversibile". L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dal palco dell'Automotive News World Congress, ribadisce la posizione del Lingotto e precisa: la Fiat è un'azienda e ha le responsabilità di un'azienda. Non ha le responsabilità di un governo, è il governo che deve governare. "Siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il paese".

La precisazione è arrivata dopo che una voce di protesta di era alzata dalla platea del convegno affermando: "Fiat-Chrysler una vergogna" per la vertenza dello stabilimento siciliano. Una piccola protesta che interrompe l'intervento di Marchionne per alcuni istanti. Un secondo piccolo episodio avviene al termine del discorso dell'amministratore delegato di Fiat, quando una ragazza sale sul palco e accusa Chrysler agitando lo spettro della morte della madre. Ambedue sono stati allontanati. Ma Marchionne, oltre alle proteste, incassa gli applausi e le risate della platea. E anche l'appoggio del sindacato dei metalmeccanici americani, lo United Auto Worker: mentre si apprestava a lasciare la sala, l'ad di Chrysler è stato avvicinato da quattro persone con indosso un giubbotto del Uaw e che, a nome dell'intero sindacato, lo hanno ringraziato per il lavoro che sta svolgendo per il rilancio di Chrysler.

Nel corso del suo intervento Marchionne si sofferma sul tema della sovracapacità produttiva: "A livello globale la nostra industria ha la capacità di produrre circa 94 milioni di auto all'anno, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Un terzo di questo eccesso di capacità si trova in Europa, dove il settore automobilistico resta virtualmente l'unico settore a non aver ancora razionalizzato la produzione. L'Europa lo scorso anno ha utilizzato il 75% della propria capacità, un numero che potrebbe scendere al 65% quest'anno. La ragione è semplice - spiega Marchionne -: i produttori europei semplicemente non chiudono gli impianti. E questo perché ricevono spesso fondi per non farlo. L'ultima volta che un impianto in Germania è stato chiuso la Seconda Guerra Mondiale doveva ancora iniziare". I governi europei - spiega - sembrano voler fare "del settore automobilistico l'ultimo bastione del nazionalismo economico del continente". E i motivi alla base di questo atteggiamento potrebbero essere anche "ammirevoli. Tutelare l'occupazione è il primo: è un imperativo di ogni società assicurare che i bisogni umani siano soddisfatti" ma non si possono forzare le industrie a farlo. E inoltre - mette in evidenza - le aziende "possono farlo solo in modo artificiale". "Un'altra ragione ugualmente comprensibile è l'orgoglio: l'orgoglio nazionale può essere motivante e virtuoso". Ma, citando Aristotele, Marchionne afferma: "La differenza fra orgoglio e vanità e ' che una merita gli onori l'altra li riceve. Le società saranno motivo di orgoglio se saranno in grado di stare in piedi sulle loro gambe e competere".

Secondo Marchionne la crisi offre all'industria automobilistica la possibilità di cambiare e ristrutturarsi. "I segnali di una ripresa macroeconomica, di una stabilizzazione dei redditi e di un ritorno della fiducia dei consumatori sono i benvenuti. Ma la ripresa, Karl Marx mi scusi, é l'oppio delle industrie disfunzionali". Tutto dipenderà dalla scelte che verranno prese: "Possiamo scegliere di diventare un'industria indipendente, forte e in grado di sopravvivere oppure - precisa Marchionne - decidere di adagiarci sulla ripresa mantenendo i nostri profondi e insostenibili difetti strutturali". "Una crisi che non si traduce in cambiamenti fondamentali, sarà stata senza senso. Questo è il pericolo del momento: la crisi ci ha portato a prendere la strada della ristrutturazione e delle riforme. E se continueremo su questa, sono sicuro che questa strada sarà anche quella della rinascita".



che ne pensate...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 2 MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2010, 10:00 
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Io sono per il cambiamento: che sia esso spontaneo per un istinto a rinnovarsi o forzato per uscire da una crisi, credo che pretendere che la Fiat sia l'unico baluardo per una rinascita dell'economia del nostro paese, come lo è stato per il boom economico degli anni '60, sia quantomeno presuntuoso.
Chiaro che Marchionne parli di macroeconomia, malgrado in Italia è la microeconomia a cui è ancora legata la maggior parte della popolazione, però bisogna guardare avanti, anche se potrà risultare sconvolgente o doloroso per molti.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 3 MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2010, 10:55 
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....è triste la faccenda.....soprattutto per chi non lavorerà più come prima... :ph34r: ..questo è un cambiamento necessario per Fiat, ma disastroso per gli operai.........

.......spero vengano VERAMENTE tutelati...staremo a vedere :unsure:


......chiude un pezzo storico di Fiat.....vedremo come lo Stato si muoverà...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 4 MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2010, 11:00 
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il discorso a mio parere è complesso..
io credo che la fiat negli ultimi anni abbia dimostrato di essere, in seguito a politiche e gestioni sbagliate, un carrozzone in declino e in più occasioni si è arrivati all'erogazione di enormi quantità di denaro pubblico (direttamente o indirettamente) nelle casse del marchio pur di tenere in vita un settore fondamentale per l'economia italiana (ben diverso rispetto alla difesa del made in italy visto che anche in fiat ben poco ci vedo di made in italy).
con la "scusa" della difesa di questo nostro colosso industriale e delle migliaia di lavoratori (con famiglie annesse) si è proceduto con questi regali.
regali perchè il problema di fondo di questi trasferimenti di denaro pubblico è il fatto che i vari governi non hanno avuto la capacità di influenzare a dovere la politica industriare di fiat ma si sono limitati a rimpinguarla di soldi che, senza una politica industriale, erano destinati a non servire a nulla se non a gonfiare le tasche di qualcuno.
ci sono migliaia di piccole imprese che non ricevono nulla e questo è uno smacco anche nei loro confronti!
in seguito a ciò non vedo perchè non si debba pretendere, anche adesso che a rischiare sono soltanto operai e famiglie (senza considerare l'enorme indotto che nel caso di termini imerese rappresenta tutto l'esistente della zona e senza analizzare un trascuratissimo fattore sociologico-termini imerese non è modena-) di poter influenzare la sua politica visto che anche sotto marchionne questi regali sono avvenuti.
bene termini imerese è una palla al piede? che trovino una soluzione per chi li ci lavora, ci ha lavorato 30 anni, per rispetto verso chi li magari ci è morto.
il problema di fondo è che non si ha più il coraggio di contestare situazioni ormai consolidatesi come il fatto che un manager debba guadagnare migliaia di volte di più di un operaio e ci si accanisce sempre contro gli anelli deboli di questa struttura.
compito suo è badare ai conti.
compito della politica è far si che ciò avvenga senza che gli operai vengano trattati come oggetti che nel momento del non-bisogno si ripongono in soffitta.
fiat dovrebbe essere in primis chi costruisce le auto e poi tutti gli altri.
credo che avrebbe solo da imparare da marx. uno che (piaccia o meno il suo pensiero) non ha mai diviso economia e aspetto sociologico.
gli uomini, anche in economia, devono rimanere uomini e non diventare numeri e pedine.
credevo in marchionne ma temo di dovermi ricredere.

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non può piovere per sempre..ma neanche sempre il sole ci può essere!!
..ma sopratutto posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un caxxo!


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 Oggetto del messaggio: Re: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 5 MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2010, 13:44 
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Senza polemica ne commenti a sfondo politico..ma visto che siamo in Europa, faccio un esempio citando i francesi...nel 2009, lo Stato francese si è comportato così:

Cita:
Lo Stato francese darà 6 miliardi di euro in aiuti diretti ai due grandi costruttori automobilistici nazionali - Renault e Psa Peugeot Citroën - sotto forma di crediti a tasso agevolato rimborsabili in cinque anni. [....] Ci sarà un impegno a non delocalizzare, a preservare per quanto possibile posti di lavoro in Francia, ma nessun obbligo di rilocalizzazione, come avrebbe desiderato lo stesso presidente della Repubblica. Questo aspetto, cosi' come l'idea circolata nei giorni scorsi di privilegiare negli acquisti di componentistica i fornitori nazionali, hanno incontrato la ferma opposizione dei costruttori e della Commissione europea, con la quale ha dovuto negoziare il segretario di Stato all'Industria Luc Chatel.

Un'altra condizione posta dal governo riguarda il potenziamento del fondo di sostegno ai fornitori. Presentato in novembre, questo fondo ha una dotazione di 300 milioni, di cui 100 a carico dello Stato e 100 ciascuno per le due case. Renault e Peugeot Citroën dovranno raddoppiare il loro impegno portando cosi' il capitale disponibile per l'investimento in aziende della componentistica a 500 milioni di euro.


Che ci vuole a dire "delocalizzate??..niente ecoincentivi e\o aiuti sotto forma di sgravi fiscali e simili"..e guarda come si sucano la pipa Marchionne e tutto il resto...si è iniziati con Mirafori, adesso si passa a Termini Imerese, e poi si finirà con Cassino...tutto in Polonia e Cina, con uno sfruttamento della manodopera assurdo...in Polonia un operaio prende meno di 600€ al mese e non ha nessuna tutela, in Cina non sanno neanke cos'è un sindacato e nemmeno quanto dura una giornata lavorativa...perchè la Francia produce le stesse auto in 3 stabilimenti diversi??...per fare un esempio la 207 è prodotta in Francia, Polonia e Spagna???...il motivo è molto semplice..la Fiat è stata abituata troppo male, e adesso si ci spaventa a dire o qui o niente!...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il futuro di Termini Imerese
Numero Post: 6 MessaggioInviato: venerdì 22 gennaio 2010, 12:34 
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non è un problema solo italiano comunque..

Cita:
Opel: verso chiusura impianto Anversa
A casa 2.600 lavoratori, oltre 8.000 i tagli in Europa
21 gennaio, 19:29

(ANSA) - BRUXELLES, 21 GEN - Dopo piu' di ottant'anni lo stabilimento Opel di Anversa chiudera' i battenti, entro la fine del 2010. E' il primo doloroso atto del piano di ristrutturazione del gruppo, annunciato oggi dalla Gm. A casa andranno 2.600 lavoratori. Complessivamente il piano di ristrutturazione di Opel messo a punto da Gm prevede in Europa la soppressione di 8.300 posti di lavoro sugli attuali 50.000, di cui 4.000 in Germania dove la casa automobilistica ha la sua sede.

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Numero Post: 7 MessaggioInviato: venerdì 22 gennaio 2010, 15:06 
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Credo che la Merchel farà di tutto per impedirlo o per limitare i danni...e sicuramente non con una cassa integrazione di 7 anni (alitalia)..

Ovviamente è innegabile che stiamo attraversando un periodo del cavolo..

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Numero Post: 8 MessaggioInviato: venerdì 12 febbraio 2010, 12:18 
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Cita:
Termini Imerese: e se arrivasse Renault?
E se fosse Renault a subentrare a Fiat nello stabilimento di Termini Imerese? La suggestiva ipotesi formulata dal quotidiano La Stampa, secondo il quale la Casa francese potrebbe produrre in Sicilia le sue elettriche.


Il futuro di Termini Imerese sembra sempre più «verde». Secondo il ministro dello sviluppo Scajola, infatti, ci sarebbero tra 8 e 10 offerte per rilevare da Fiat lo stabilimento siciliano; molte di queste prevederebbero inoltre lo sviluppo di auto a emissioni zero. Per ora, comunque, il ministro non ha fatto i nomi dei possibili acquirenti. A smuovere le acque ci ha pensato però il quotidiano La Stampa, secondo cui durante la riunione tenutasi a Santander sarebbe trapelata la notizia di un interessamento da parte di Renault all'acquisto dello stabilimento di Termini Imerese, ove potrebbe avvenire lo sviluppo del suo completo programma di auto elettriche. L'ipotesi, senza dubbio interessante, potrebbe non essere priva di fondamenta. Regione Sicilia e Governo, infatti, avrebbero pronti rispettivamente 350 e 100 milioni di euro (questi ultimi risparmiati grazie all'eliminazione degli incentivi auto per il 2010) per rilanciare Termini. D'altra parte Renault è una delle Case più avanti nella tecnologia delle auto elettriche, dato che secondo i suoi piani il primo modello di serie potrebbe vedere la luce già nel corso del 2010, con gli altri 3 negli anni successivi.L'impegno della Regié all'estero è d'altronde già realtà: gli investimenti in Spagna lo provano e il pensiero che anche l'Italia possa avere un posto nella storia della mobilità a impatto zero darebbe una via d'uscita reale alla pesante situazione dello stabilimento siciliano. Dal canto nostro notiamo come oggi siano soprattutto i costruttori stranieri a fare passi avanti. Fiat ha presentato il prototipo della 500 elettrica a Detroit, ma non ha parlato di un suo futuro produttivo, mentre Renault si appresta a lanciare ben 4 modelli elettrici nei prossimi 2 anni. Fa pensare, inoltre, come una Casa delle dimensioni di Renault continui a investire in Europa, mentre Fiat abbia scelto la strada della delocalizzazione portando all'estero gran parte della produzione. Certo, la manodopera in Turchia, Polonia e Messico costa meno che in Italia, ma non crediamo che la Casa torinese possa dimenticarsi tout court del mercato italiano, contribuendo con le sue scelte a togliergli i mezzi di sussistenza.

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Numero Post: 9 MessaggioInviato: mercoledì 22 settembre 2010, 20:32 
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io devo dire che forse sono rimasto un po' indietro come modo di pensare; sulla vicenda di cui si parla non sono informato con precisione quindi non do giudizi anche se esprimo la sincera solidarietà per gli operai che vedono il oro futuro incerto una cosa però la voglio dire e non è di natura politica ma riguarda lo stile perchè ritengo che nella vita tutto sia importante.
L'avvocato il mitico Gianni Agnelli misurava attentamente le parole quando parlava di cose serie tanto che a volte sembrava quasi andare a favore degli operai ( è chiaro che non se la beveva nessuno però ripeto che era attento nel modo di porsi) a me sinceramente Marchionne non so se si scriva così le volte che l'ho visto in tv intervistato mi è sembrato dare sempre uno sfoggio di inutile e sottolineo inutile arroganza , esempio sugli incentivi statali per la vendita alle auto disse che tanto il governo se non li dava le auto le vendevano lo stesso mentre sappiamo tutti che le persone sono attente a queste offerte; sarà una combinazione ma i tre operai della Fiat che erano stati dissidenti sempre per combinazione hanno trovato chiuso i cancelli del proprio posto di lavoro...non dico che c'era Marchionne con la chiave del lucchetto del cancello in mano :rolleyes:
ma questa "linea dura" intrapresa dalla Fiat...da qualcuno verrà...preferivo la Fiat con Agnelli decisamente spero che il mio discorso sia chiaro so che Agnelli non era un buon samaritano ma alcune "brutture" che vedo e sento dai vertici Fiat di oggi proprio mi fanno storcere il naso spero di non essere andato fuori tema ma ci tenevo a dire la mia


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Sbaglierò, ma temo sia solo un modo per prendere finanziamenti pubblici...
Come possono tenere quasi la stessa occupazione, con macchine che arrivano in buona parte già fatte dalla cina, e che venderanno certo meno delle FIAT?

Altrove ho letto che i finanziamenti erogati in varie forme (e vorrei verificarlo bene, su questo ho dubbi, so che ci sono vincoli dall'Europa sugli aiuti) equivalgono a 3 anni di stipendio per 1500 operai.. E 1500 sono l'obiettivo se tutto va bene.... Per me è eccessivo per un progetto dalla dubbia riuscita. E probabilmente di quei soldi una minima parte finirà agli operai, forse era meglio concederli come cassa integrazione, o meglio investimenti in infrastrutture che potrebbero far sì che diventi meno antieconomico produrre lì, unitamente ad agevolazioni fiscali.

Poi ammetto che la mia conoscenza è limitata e le mie informazioni di cui sopra da verifiare.

Poi se la DR avrà successo e produrrà sempre più in Italia sarò ben lieto di sbagliarmi.

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Grazie di tutto Salvatore. Clothar sarai sempre uno di noi.

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Località: Lonato del Garda (BS)
Marca: Fiat
Modello: Bravo 5p (198) 2007-2015
Motore: 1900 mjet 120
Anno: 2007
Allestimento: Dynamic
sì decisamente sono daccordo con te,i soldi pubblici sono un piatto sempre molto ambito da chi poi fà profitti privati! comunque se si creano posti di lavoro veri la cosa è accettabile,altrimenti.....


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