Cita:
Alfa, che passione!
Scopri le foto delle auto che hanno fatto la storia dell’Alfa Romeo
Alfa Romeo è sempre stato sinonimo di potenza e velocità, vediamo ora una serie di foto che illustrano che anche bellezza e passione hanno partecipato alla creazione del mito Alfa Romeo negli anni…
La prima vettura della storia centenaria dell’Alfa Romeo, la “24 HP”, un torpedo sei posti con un quattro cilindri di quattro litri per 100 km all’ora di velocità massima. Sin dal 24 giugno 1910, data di fondazione dell’A.L.F.A., che sarebbe diventata “ALFA-ROMEO” qualche anno più tardi, il dna di base delle vetture del Biscione era già orientato alle alte prestazioni.
Nasce il Quadrifoglio: con la prima delle dieci vittorie dell’Alfa Romeo alla Targa Florio nasce il simbolo che contraddistingue le Alfa da competizione. La “RL TF” di Sivocci si aggiudica la gara, la prima vittoria di livello internazionale per l’Alfa Romeo, con il Quadrifoglio verde in campo bianco dipinto sul cofano.
La “P2”, progettata da Vittorio Jano, è la prima vettura a 8 cilindri Alfa Romeo, un due litri sovralimentato con compressore: queste sue eccezionali caratteristiche tecniche la portano a vincere il 1° Campionato Automobilistico del Mondo nel 1925, con Brilli-Peri. Questa biposto da gran premio si aggiudica il primo dei cinque titoli mondiali della Casa Milanese e da questo momento il Marchio viene contornato da una corona d’alloro per celebrare l’evento.
Nel 1928 la “6C 1500” con Campari-Ramponi si aggiudica la prima delle undici vittorie dell’Alfa Romeo alla Mille Miglia, record rimasto imbattuto. Nell’immagine l’esemplare del Museo Alfa Romeo, una vera e propria “serial winner”: ha vinto la rievocazione storica della Mille Miglia nel 2005, nel 2007 e nel 2008, oltre ad aggiudicarsi l’edizione argentina (2007) e giapponese (2008) della gara.
Un grande classico per Alfa Romeo: la “6C 1750 Gran Sport”, carrozzata da Zagato, coniuga eccellenti contenuti tecnici con un ricchissimo palmares di successi sportivi, tra cui la Mille Miglia del 1930, vinta da Nuvolari-Guidotti, in cui vengono superati per la prima volta i 100 all’ora di velocità media
La “8C 2300”, il primo modello della leggendaria serie delle 8 cilindri Alfa Romeo con compressore, vince per ben quattro volte di seguito la 24 ore di Le Mans (dal 1931 al 1934), oltre a numerose altre gare internazionali, su circuito e su strada. L’immagine ritrae Tazio Nuvolari in trionfo dopo la vittoria nella maratona francese del 1933.
Negli anni ’30 “motore Alfa Romeo” vuol dire 8 cilindri in linea sovralimentato con compressore volumetrico: un icona tecnica per la Casa Milanese, nata dal genio di Vittorio Jano. Questo motore equipaggia le più prestigiose vetture dell’epoca e vince in tutto il mondo: dalla Mille Miglia alla 24 Ore di Le Mans, dalla Targa Florio ai Grand Prix internazionali.
La “8C 2900” rappresenta il “massimo”: all’epoca considerata la vettura di produzione più veloce del mondo, una linea mozzafiato che racchiude contenuti tecnici e performance eccellenti. Lo stile di questa berlinetta è ad opera della “Carrozzeria Touring” di Milano, un punto di riferimento per il design e la realizzazione di carrozzerie in alluminio col brevetto “Superleggera”. La “8C 2900 B Lungo” si aggiudica, nel 1947, l’ultima delle 11 vittorie assolute dell’Alfa Romeo alla Mille Miglia con Biondetti-Romano. Tutto questo con una vettura di serie.
Juan Manuel Fangio al volante dell’”Alfetta 159” al Gran Premio della Svizzera, al Bremgarten (Berna), nell’edizione del 1951, che andrà a vincere: in quell’anno il campione argentino si aggiudica il primo dei suoi cinque allori mondiali. Fangio ricorderà sempre con profonda stima e riconoscenza l’esperienza in Alfa Romeo, che lo ha lanciato ai vertici dell’automobilismo mondiale. L’Alfa Romeo vince anche il campionato del mondo di “Formula 1” nel 1950 con la “158” guidata da Giuseppe Farina.
La mitica “Alfetta” è stata una monoposto che ha chiuso un’epoca per l’Alfa Romeo: la casa milanese si ritira imbattuta dalle competizioni per dedicarsi alla produzione in serie.
La “Giulietta Sprint”, icona degli anni ’50, golden-age per il Paese e per la nostra industria automobilistica, fotografata, come da tradizione Alfa Romeo, di fronte all’Arco della Pace, in una Milano che stava decollando dopo le ferite della guerra. La “Sprint” è uno degli esempi più prestigiosi di “industrial design”, non solo italiano ma internazionale, e ha proiettato definitivamente l’Alfa Romeo nella dimensione di grande costruttore, senza però perdere di vista i contenuti di eccezionalità dei suoi prodotti.
Tecnicamente la “Giulietta” ha sconvolto le regole del mercato, ha ridefinito i parametri di riferimento, ha rappresentato un vero differenziale con la concorrenza.
La “Giulietta Spider”, evoluzione scoperta della famiglia “Giulietta”, nasce da un’idea di Mr. Hoffman, importatore nord-americano di vetture europee: voleva vendere in USA una spider compatta e brillante dallo stile inconfondibilmente italiano, affascinante e sobrio, con un Marchio prestigioso e così non poteva non pensare all’Alfa Romeo. La “Giulietta Spider” è subito un successo e a furor di popolo viene realizzata la versione per il mercato europeo. Così come la “Sprint” fa decollare la “Carrozzeria Bertone”, la “Spider” rilancia “Pinin Farina”. Inutile sottolineare che le già ottime caratteristiche tecniche della coupé si ritrovano nella spider.
“Giulia, l’ha disegnata il vento”: così recitava il claim della pubblicità di questa vettura, un successo “globale” per l’Alfa Romeo. La “Giulia” nasce sotto il segni dell’innovazione, dal suo design personale alle moderne caratteristiche costruttive, dalla sua longevità sul mercato ai suoi successi sportivi. Dalla berlina nasce tutta una famiglia di vetture (“Sprint GT”, “Spider Duetto”, “1750”) che segnerà un epoca di grande espansione per l’Alfa Romeo sui mercati mondiali.
Il campione olandese Toine Hezemans e la sua “GTA 1300 Junior” in corsa nel 1972 a Jarama. La “Giulia GTA”, nelle varie versioni (“1600”, “1300 Junior”, “GTAm” e “GTA-SA”) ha rappresentato la massima espressione delle “Giulia da corsa”: nella sua carriera, durata praticamente dal 1965 al 1972 ha vinto di tutto e dappertutto, diventando l’ambasciatrice del Marchio nel mondo.
Il mitico motore “bialbero” dell’Alfa Romeo, nato con la “Giulietta” negli anni ’50 - uno dei primi motori prodotti in serie completamente in lega leggera - ha avuto una carriera lunghissima e uno sviluppo tecnico-prestazionale senza precedenti, con eccellenti risultati sportivi e tecnologici. E’ passato dai 1300 cc ai 2 litri, attraverso il 1600 e il 1800, dai carburatori all’iniezione meccanica e all’elettronica, dall’alimentazione atmosferica al turbo, dalla doppia accensione (“Twin Spark”) al funzionamento “modulare”, ha fatto debuttare il variatore di fase (brevetto internazionale del 1982) ed è stato oggetto di approfonditi studi e soluzioni tecniche per la riduzione delle emissioni, soprattutto per quanto riguarda le vetture destinate agli USA.
La mitica “Giulia TZ” è il modello “estremo” della famiglia Giulia, seguita nel 1965 dalla “TZ 2”: telaio tubolare, design Zagato (da qui “TZ”) e il 1600 bialbero a doppia accensione con più di 100 cv/litro. Inutile sottolineare che la “TZ” e la “TZ 2” hanno avuto una carriera sportiva fitta di allori.
La “33/2” sport prototipo in corsa sui curvoni di Daytona, durante la 24 Ore, guidata da Mario Andretti. Durante la maratona della Florida la “33/2” vince la classe delle vetture prototipi fino a 2 litri, prima vittoria di livello internazionale della biposto sport dell’Autodelta, diretta discendente della bellissima “33 Stradale”.
La “Spider Duetto” lanciata nel 1966 e presente sul mercato sino al 1994 nei vari aggiornamenti che l’hanno caratterizzata, è il modello della Casa Milanese più diffuso su tutto il globo terrestre. Divenuta celebre con “Il Laureato” interpretato da Dustin Hoffman, è stata una delle protagoniste dell’autentico love-affair degli americani per l’Alfa. Grazie ai successi della lunga tradizione di Alfa Romeo nelle vetture spider, la Casa Milanese oggi è l’unica al mondo che può permettersi di denominare una vettura con un termine generico riferito ad una tipologia di carrozzeria: semplicemente “Spider”, senza fare voli acrobatici con la fantasia.
All’apice della fama internazionale, soprattutto in termini commerciali, nella seconda metà degli anni ’60 le vetture Alfa Romeo si diffondono in tutto il mondo: la presenza dei concessionari tocca 60 paesi del globo e tutti i continenti. Il mondo conosce e apprezza l’Alfa Romeo e questa innovativa pubblicità realizzata dalla filiale francese per il mercato domestico è molto significativa: il “Virus Alfa” diventa un vero e proprio cult.
La “Montreal” è una concept car realizzata da Bertone in occasione dell’Expo internazionale della città canadese: nel 1970 arriva sul mercato la versione prodotta in serie, equipaggiata con il “V8” della “33” portato a 2,6 litri di cilindrata. Questo modello è il top di gamma Alfa Romeo: con una velocità di punta di 220 km/h e uno stile aggressivo, tipicamente italiano, entra a pieno titolo tra le più prestigiose gran turismo dei primi anni settanta, segmento di mercato che risente pesantemente della crisi energetica.
Nel 1972 l’Alfa Romeo presenta la “vettura più innovativa del dopoguerra”: l’”Alfetta”, berlina sportiva dal nome mitico, che si riallaccia alla “159” di Formula 1 campione del mondo nel 1951 con Fangio con cui condivide lo stesso schema delle sospensioni posteriori, il ponte De Dion. Lo stile della vettura è significativo, con tratti tipici degli anni ’70, conservando comunque molta personalità e un tratto inconfondibilmente Alfa Romeo: diventerà presto una best-seller. Dall’”Alfetta” nasce tutta una famiglia di vetture che porteranno - con successo - l’eredità tecnica della scuola Alfa Romeo fino al 1992: infatti è l’ultima vettura completamente progettata e sviluppata sotto la guida dell’Ing. Satta Puliga.
La “33 TT 12” è la vettura che nel 1975 e nel 1977 (con l’evoluzione “SC 12”) si aggiudica gli ultimi due allori mondiali per l’Alfa Romeo, ed è anche la vettura che rappresenta il culmine del palmares sportivo dell’Autodelta - il reparto corse dell’Alfa - nelle competizioni internazionali. La “33” stradomina il Campionato Marche vincendo sette gare sulle otto previste a calendario, i più famosi ed importanti piloti dell’epoca corrono con le rosse sport-prototipo dell’Alfa Romeo e l’azienda pubblicizza in tutto il mondo questo successo per supportare commercialmente la gamma.
L’”Alfa 75” è l’ultimo modello di grande produzione discendente diretto dell’”Alfetta” e nel 1987, a due anni dalla presentazione, rilancia in grande stile una soluzione tecnica che caratterizza i motori Alfa Romeo sin dal 1914: la doppia accensione per cilindro, più conosciuta come “Twin Spark”, “marchio tecnico” che contraddistinguerà i motori del Biscione per più di un ventennio. Nell’87 la “75” è l’unica berlina al mondo con un pedigree tecnico così sofisticato e prestigioso: trazione posteriore, sistema “Transaxle”, ponte “De Dion”, doppia accensione
La “155 V6 Ti” è una vettura specificatamente allestita per la partecipazione al “Campionato Tedesco per Vetture Turismo” del 1993, meglio conosciuto come “DTM” (Deutsche Tourenwagen Meistershaft), in cui prende parte anche la “Mercedes-Benz” con la “190” del suo team ufficiale. Il ’93 è un anno trionfale per la Casa del Biscione: Nicola Larini con la rossa “155 DTM” stravince il titolo battendo “in casa” la “stella a tre punte”. In particolare durante la gara del Nuerburgring, corsa sulla Nordschleife di 24 km, il pilota italiano e la “155” danno una grande prova di efficacia e di spettacolo, vincendo entrambe le manches. La “155 V6 Ti”, progettata e gestita dall’”Alfa Corse”, ricorda solo nell’estetica la vettura regolarmente in produzione: ha una scocca con la parte anteriore con un telaio tubolare in cui viene alloggiato in posizione longitudinale arretrata il motore a sei cilindri da 2,5 litri da 450 cavalli che viene accoppiato ad un sistema di trazione integrale permanente e a un “pacchetto” aerodinamico particolarmente sofisticato ed efficace.
Nel 1997 l’Alfa Romeo presenta la “156”, una berlina che rilancia in grande stile la Casa Milanese. Questa vettura rappresenta la voglia di vincere dell’Alfa, la voglia di stupire, il desiderio di essere un punto di riferimento, praticamente la voglia di fare “qualcosa di Alfa Romeo”. Immediatamente dopo la diffusione delle prime immagini ufficiali si scatena l’attenzione su di lei: il design, cioè il primo impatto, diventa l’elemento sorprendente, nuovo, drammaticamente attraente. Con il volante in pugno le considerazioni sullo stile prendono sostanza: il comportamento dinamico e i contenuti tecnici completano il capolavoro. Anche nelle competizioni la “156” è rimasta sulla cresta dell’onda per quasi dieci anni, caso singolare nella rapida obsolescenza delle vetture da corsa recenti, come conferma della bontà del progetto. Perfettamente inscritta nella tradizione Alfa Romeo.
Il sei cilindri a “V” è l’ultimo motore leggendario progettato dalla scuola d’ingegneria Alfa Romeo: debutta nel 1979 sulla berlina “Alfa 6”, nella cubatura di 2,5 litri alimentato da carburatori, per poi ripresentarsi dotato di iniezione elettronica sulla “GTV 6 2.5” del 1980, al top di gamma. Nel 1987 la cilindrata arriva ai 3 litri, con la “164” e la “75” e quattro anni più tardi adotta le quattro valvole per cilindro e, nella versione due litri, viene alimentato con un turbo che porta la potenza specifica oltre i 100 cv/litro. Nei primi anni 2000 raggiunge il culmine dello sviluppo con la versione da 3,2 litri e 250 cv. Il “V6” viene utilizzato con successo anche nelle competizioni, come ogni motore Alfa che si rispetti
Se nel 1997 la “156” ha rappresentato” un vero e proprio successo, “147” conferma e consolida questo trend: la “147” è la compatta più cool del mercato, ha uno styling che mette in crisi vetture ben più prestigiose e la versione hi-performance “GTA” diventa un “instant classic”. Nel 2006 debutta la “147 Q2”, dotata di un differenziale autobloccante che le permette evoluzioni impensabili per una vettura a trazione anteriore.
La “GT” presentata alla stampa nell’autunno del 2003 è l’interpretazione in chiave moderna dei concetti espressi dalla “Giulietta Sprint”: coupé dalla linea pulita e affascinante, quattro posti comodi, prestazioni brillanti e atmosfera tipicamente Alfa Romeo.
La “8C Competizione” del 2007 con il prototipo della “33 Stradale” del 1967. Quarant’anni esatti separano queste due vetture che incarnano in pieno lo “spirito Alfa Romeo”, con elementi comuni in un ambito interpretativo differente: motori a otto cilindri a “V”, stile sinuoso e attraente, prestazioni sincere, produzione limitata, ambasciatrici del Marchio nel mondo. La 8C Competizione ha riportato l’Alfa Romeo ad un livello di desiderabilità elevatissimo a tutte le latitudini: l’interesse verso questa vettura è esploso in tutto il mondo, segno del fascino del Marchio.
I giornalisti italiani dell'automobile (UIGA) sedotti dalla Mito: la compatta italiana ha superato Lancia Delta, Ford Fiesta e tutte le altre novità dell'anno come Citroen C5, Jaguar XF e Volvo XC60...