Bilancio Gruppo Fiat 2010
pubblicato: venerdì 28 gennaio 2011 da omar


Il gruppo Fiat archivia il 2010 con un utile netto di 600 milioni di euro (contro gli 848 in perdita lo scorso anno) e ricavi per 56.3 miliardi (+12.3%), superando tutti i target stabiliti. Dei 600 milioni, 222 vengono dalla Fiat post scissione e 378 dalla divisione Fiat Industrial. Ad annunciarlo è stato il cda dell’azienda che ha anche dichiarato un utile della gestione ordinaria per 2.2 miliardi (da 1.1 nel 2009; per il 2010 il target era fissato a 1.94 miliardi).

L’indebitamento netto è invece sceso da 4.4 a 2.4 miliardi (la ripartizione dell’indebitamento netto industriale tra Fiat Spa e Fiat Industrial è rispettivamente di 500 milioni e 1,9 miliardi) mentre la liquidità è cresciuta a 15.9 miliardi (12,2 miliardi per Fiat Spa e 3,7 miliardi per Fiat Industrial) dai 12.4 del 2009. Gli affari dell’automobile e dei relativi componenti (Fiat Post Scissione) hanno segnato ricavi pari a 35,9 miliardi di euro (+9,8%). Cnh, Iveco e le relative attività Powertrain (Fiat Industrial) hanno registrato ricavi di 21,3 miliardi di euro (+18,8%).

Fiat Group Automobiles ha chiuso il 2010 con un utile della gestione ordinaria pari a 607 milioni di euro (470 milioni nel 2009). I ricavi sono di 27,9 miliardi di euro (+6%). L’effetto della flessione dei volumi di vendite delle vetture (-8,2%) è stato bilanciato dal consistente incremento del mercato di veicoli commerciali leggeri (+27%). Fiat Group Automobiles ha consegnato 1.691.400 auto e 390.400 veicoli commerciali leggeri.

27 Gennaio 2011 ore 15:36

Lingotto, riecco l'utile: superati i target 2010, altre alleanze mirate

"La fine di 111 anni di solitudine. Due mondi nuovi rivisitati". La doppia citazione letteraria ("Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez e "Ritorno al mondo nuovo" di Aldous Huxley) scelta da Sergio Marchionne per illustrare i risultati 2010 e gli obiettivi 2011 agli analisti finanziari, al termine del consiglio di amministrazione che ha riportato il segno positivo nei conti del Lingotto dopo il rosso del 2009, è emblematica. Già, perché per la Fiat è finita un'era durata più di un secolo e ne è cominciata una nuova, con due mondi appunto: da gennaio, infatti, sono operative due società, Fiat Spa e Fiat Industrial, e da marzo anche i conti saranno separati, l'auto da una parte, dall'altra veicoli industriali, trattori e macchine per la costruzione.
E l'ultimo bilancio unico del gruppo, quello del 2010, è positivo: 56,2 miliardi di euro di fatturato (+12,3%), utile operativo di 2 miliardi, un utile netto di 600 milioni (rispetto a una perdita di 848 milioni nel 2009), quasi dimezzati i debiti. Risultati che hanno permesso al consiglio di amministrazione di proporre agli azionisti un dividendo complessivo di 155,1 milioni. Inoltre, tutti i target 2010, già rivisti al rialzo, sono stati superati, e sono stati confermati gli obiettivi finanziari del piano 2010-2014. A Piazza Affari la reazione ai conti, però, non è stata positiva: dopo un andamento alterno, il titolo della Spa ha ceduto a fine giornata l'1,01%, mentre Industrial ha perso il 4,5%. Nella galassia Agnelli in frenata Exor (-1,2% a 23,01 euro).

Anche Fiat Group Automobiles ha chiuso bene un anno difficile per i mercati, con un utile della gestione ordinaria pari a 607 milioni di euro (470 milioni nel 2009) e 27,9 miliardi di euro di ricavi (+6%). Bene Ferrari e Maserati, che hanno chiuso con una crescita dei ricavi rispettivamente del 7,9% e del 30,8%. Tra le cose buone c'è anche il Brasile, che «continuerà a crescere - ha spiegato Marchionne - con un incremento delle vendite del 5% nel 2011». «È uno dei Paesi - ha aggiunto l'amministratore delegato - da cui prevediamo utili per Fiat nel 2011. La forte performance vista nel 2010 continuerà incontrastata».

Così nel 2011 il Lingotto prevede per Fiat un utile tra 0,9 e 1,2 miliardi e ricavi pari a circa 37 miliardi, per Industrial un utile tra 1,2 e 1,4 miliardi e fatturato intorno ai 22 miliardi. L'indebitamento netto industriale si dovrebbe attestare a 1,5-1,8 miliardi di euro per Fiat e a 1,8-2 miliardi di euro per Fiat Industrial. Il gruppo torinese, inoltre, si attende «una crescita sostanziale dei programmi di investimento» e ha spiegato che le due società «continueranno a implementare la strategia di alleanze mirate, al fine di ottimizzare gli impegni di capitale e ridurre i rischi».

Agli analisti Marchionne, infatti, non ha escluso nulla su fusioni e acquisizioni: «Non sarebbe saggio da parte nostra provare a prevedere cosa succederà. L'unica cosa che so è che Fiat deve esserci». Il manager ha aggiunto che le cessioni non saranno spasmodicamente cercate, ma «sarebbe incredibilmente stupido dire che non succederà nulla». L'amministratore delegato della Fiat ha poi ribadito che «Chrysler è una delle migliori cose che potevano succedere a Fiat e anche Fiat una delle cose migliori che potevano succedere a Chrysler», ma ha frenato sui tempi dell'esercizio dell'opzione per salire al 51% dell'alleato americano: «È prematuro pensare che sia un evento prossimo». Marchionne non si è sbilanciato sull'estensione a Cassino e Melfi degli accordi di Pomigliano e Mirafiori perché «dipenderà dal rinnovo dei modelli» e quindi i tempi sono incerti. Ha ricordato che nella fabbrica campana partirà nel secondo semestre del 2011 la produzione della nuova Panda, di cui si prevedono «fino a 270mila unità all'anno», mentre a Mirafiori arriverà il prossimo anno il Suv. E ha confermato la chiusura a fine anno della fabbrica di Termini Imerese.