Perchè Spa, purtroppo, sparirà

Vado a memoria: temo di aver parlato sin troppo spesso, in passato, di Spa e dei miei ricordi in loco. Magari daremo una rinfrescatina alla memoria, in questi giorni che ci separano dal Gran Premio del Belgio. Anche perché temo possa essere uno degli ultimi.

Mi spiego.

Agli inglesi che hanno il culto del tennis, non verrebbe mai in mente di spostare il torneo di Wimbledon sull’erba artificiale di Abu Dhabi (dove pure, parlo per testimonianza personale, hanno talmente tanti soldi da essere riusciti a rendere verdissimo un angolo di deserto).

Ai francesi che adorano il ciclismo, non passa manco per l’anticamera del cervello di trasferire la Parigi-Roubaix sulla Grande Muraglia. Certamente i cinesi sborserebbero felici milioni e milioni di euro, ma i francesi la corsa sulle pietre se la tengono.

Spa. Invece, è destinata a sparire. E’ solo questione di tempo, ahimè e ahinoi.

Come mai?

Presto detto.

Chi governa la Formula Uno, a dispetto di esperienze pluridecennali e di date di nascita ‘arretrate’, ha completamente perso il senso della tradizione, il valore dell’emozione, la purezza di una passione.

Per chi governa la Formula Uno, i grattacieli pieni di zoccole di Singapore valgono più di Imola e gli spalti sempre deserti della Malesia sono più importanti di un qualunque circuito francese (Le Castellet, Magny Cours), dunque non stupitevi se un domani ci diranno che una bella gara in Corea giustifica l’annientamento dell’Eau Rouge.

Sarebbe una tragedia, se non fossimo in presenza di una comica planetaria.

Piano piano, tra l’indifferenza generale, in nome della globalizzazione che significa profitto da rapina, la Formula Uno ha piantato la sua bandierina in ogni angolo dei continenti. Solo che.

Solo che la gente, in certi posti, legittimamente dell’automobilismo se ne strafotte e se ci state attenti in tv le tribune di certi autodromi non ve le mostrano mai.

Solo che non puoi pensare che Abu Dhabi valga Spa e se lo pensi hai solo un presente ma non un futuro, avendo dimenticato il passato.

Badate bene.

Non sono un retrogrado, non sono rincoglionito e non vivo di nostalgie. Ma come si fa? Dicono che il Belgio prima o poi uscirà dal calendario perché il paese è troppo piccolo, perché chi organizza ci rimette, eccetera.

Ora. Il Bahrain è forse la Russia? Ma in Bahrain, fin quando ai giovanotti di Manama non sono girate le balle per altri motivi, siamo orgogliosamente andati, infischiandocene delle limitate dimensioni dello staterello. E meno male che andavamo noi, perché i beduini si facevano un thè alla menta e del Gp se ne fregavano.

Quanto ai passivi (stesso discorso che venne usato per assassinare Imola), certo, ci sono. Ma quanto si fa pagare, il Circo di Ecclestone, per mostrare 88 pit stop a Gran Premio? E non dovrebbero essere quelli della F1, da Bernie in giù, a difendere i sacri luoghi della velocità, al limite addossandosi pure il deficit di un evento collocato nel cuore delle Ardenne e della storia?

Gli americani hanno molti difetti, ma andate a dirgli che la 500 Miglia di Indianapolis si farà su un ovale di Surfers Paradise.

Vi pisciano in testa e fanno pure una tripla scrollata.

poiparliamoci seriamente,portare la formula 1 in certi paesi è proprio una cavolata...avranno pure i soldi da buttare,ma se alla gente non gliene frega niente delle corse

comunque io credo che nella formula 1 attuale manchi anche un'altra cosa..e non dipende da Ecclestone,mi riferisco ai piloti o meglio qualche pilota che sia un minimo personaggio